A vent'anni dall'introduzione del tubeless nel mondo del ciclismo, ancora si dibatte se questa tecnologia sia migliore o meno, della tradizionale camera d'aria. Cerchiamo in questo post spiegare il tubeless e di elencarne pro e contro.
Dopo l’introduzione sul mercato della camera d’aria da parte di John Boyd Dunlop (tecnologia inventata nel 1835 da Robert William Thompson) nel 1888, ci volle quasi un secolo perchè una nuova tecnologia, cioè il tubeless, iniziasse ad imporsi nel ciclismo. Un secolo di forature, imprecazioni e maledizioni che hanno portato Stan Koziatek ad adattare il tubeless, già presente nell’automotive, al mondo della bicicletta.
Ma cos’è il tubeless per la bicicletta?
Il tubeless per funzionare al meglio, ha bisogno di una serie di componenti, molto simili a quelli utilizzati per il classico sistema a camera d’aria, ma non precisamente uguali.
Cerchi tubeless o tradizionali
Tra tutti gli elementi che compongono un sistema tubeless, il cerchio è l’unico che può essere riadattato. Esistono sul mercato dei cerchi esplicitamente creati per il tubeless, che si differiscono dai tradizionali per non disporre di fori per i nippless all'interno del cerchio. E’ comunque diffusa e assolutamente sicura, la tecnica di apporre un apposito nastro adesivo attorno al cerchio, in modo che questo diventi totalmente stagno e non faccia fuoriuscire l’aria.
Copertoni tubeless ready
Un copertone, per essere montato tubeless deve assolutamente essere tubeless ready, cioè predisposto per questo tipo di montaggio.
Un copertone tubeless ready è meno poroso di un classico copertone ed inoltre ha una spalla più rigida per evitare che esca pericolosamente dal cerchio mentre stiamo utilizzando la nostra bicicletta.
Lattice, quale scegliere?
Per funzionare il sistema tubeless necessita del lattice. Il lattice è un liquido, che va inserito all’interno del copertone, che ha la doppia funzione di bloccare le piccole perdite d’aria tra cerchio e copertone e chiudere eventuali fori sul causati da corpi estranei (spine, schegge, sassi appuntiti, ecc.).
Il lattice a contatto con l’aria tende a solidificare, di conseguenza il foro causato dal corpo estraneo viene chiuso immediatamente se piccolo, o dopo qualche secondo se un po’ più grande. In realtà con il tubeless non si fora meno, ma piuttosto non ci si accorge di aver forato perchè il liquido chiude immediatamente il foro.
Ci sono centinaia di tipi di lattice in commercio, ma meglio orientarsi decisamente su prodotti di qualità, evitando di risparmiare per ritrovarsi poi in situazioni spiacevoli.
La valvola per il tubeless
A differenza del sistema a camera d’aria, la valvola tubeless si avvita al cerchio per diventare un corpo unico con questo. Normalmente le nuove ruote vengono fornite con le valvole, in caso contrario scegliamo valvole di buona qualità per evitare problemi.
Vantaggi del sistema tubeless (PRO)
- Si possono utilizzare pressioni di esercizio più basse rispetto alla camera d’aria. Questo perchè con il tubeless non esiste il pericolo di "pizzicare". Attenzione comunque a non pedalare con pressioni troppo basse, per non rovinare il cerchio.
- Le "normali" forature che affliggono il ciclista che utilizza il classico sistema a camera d’aria, praticamente non esistono con il tubeless. Le piccole forature passano inosservate, quelle un po’ più grandi comportano la fuoriuscita di un po’ di liquido prima di essere chiuse, e quelle più grandi necessitano dell’inserimento di un “vermicello” o “Dart” per essere chiuse.
- L’ultimo vantaggio, magari un po’ meno rilevante per chi pratica gravel, ed è una migliore scorrevolezza di tutto il sistema e una maggiore leggerezza.
Svantaggi del sistema tubeless (CONTRO)
- Il tubeless richiede di un po’ di manutenzione, dato che ogni 2-3 mesi è necessario “rabboccare” il liquido sigillante che tende a seccarsi all’interno. Se il liquido si secca, le forature non vengono chiuse e quindi dobbiamo inserire una camera d'aria per tornare a casa.
- Il tubeless non è indicato per chi utilizza la bicicletta saltuariamente (1 volta la settimana o meno) perchè il liquido si seccherebbe, formando dei grumi o comunque uno strato troppo spesso all’interno del copertone, bloccando a volte anche la valvola.
- Nel caso di forature importanti come un grosso strappo (lungo alcuni cm), non c’è modo che il liquido riesca a chiuderlo. A questo punto è necessario smontare lo pneumatico e inserire una camera e un pezzo di copertone, dopo aver tolto la valvola. Questa operazione, svolta magari nel mezzo di un bosco, con il lattice che “cola”, non è particolarmente comoda da svolgere.
Come hai potuto leggere, ci sono molti pro e qualche contro nell’utilizzare un sistema tubeless. Nel gravel, come per altro nella mtb, il tubeless è diventato ormai uno standard, soprattutto per chi la bicicletta la utilizza spesso e su terreni “complicati”.
Qual’è la tua esperienza con il tubeless? Se vuoi puoi raccontarcela nei commenti sotto questo post.
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