Il mondiale gravel, il primo mondiale di questa disciplina, è andato. Sono stati due giorni intensi e ricchi di emozioni, ma anche di sentimenti contrastanti.
Noi di Into Prealps, grazie alla collaborazione con Cyclinside, uno dei più importanti magazine di ciclismo italiano, abbiamo avuto la possibilità di vivere questo mondiale dall’interno e vogliamo raccontarvelo.
Mettiamo in chiaro però subito una cosa. A noi delle competizioni gravel non interessa poi molto, ma un mondiale gravel bike a Vicenza è stato un grande regalo e abbiamo voluto godercelo fino in fondo.
Il progetto Into Prealps è orientato al cicloturismo sportivo e la gravel bike è la bicicletta ideale per visitare il nostro territorio. Questo significa che questi mondiali hanno portato tanta visibilità alla nostra provincia, che ben si presta ad essere visitata pedalando su una gravel bike, e speriamo che un po' di questa visibilità ricada anche sul progetto Into Prealps 🙂
Entriamo ora nel cuore dell’evento mondiale e analizziamo cosa è successo in questi due giorni, al di là della mera cronaca e dei risultati sportivi.
Le polemiche sul percorso e sulle biciclette utilizzate dagli atleti
Il mondiale gravel 2022 è iniziato immediatamente con la polemica sul percorso, considerato da molti troppo facile e pensato solo per attirare i grandi nomi della strada.
I primi di ottobre noi di Into Prealps, abbiamo avuto l'opportunità di provare il percorso (clicca qui per il video e il commento) e ci è parso, almeno nella prima parte (circa 30 km) piacevole. Non ci è piaciuta molto la parte centrale che a nostro parere poteva essere resa più “piccante” (cioè gravel), magari facendo girare la traccia sui colli Euganei e poi verso Cittadella. In questo modo si sarebbe aumentato il dislivello e le difficoltà tecniche, rendendo il percorso più interessante e avrebbe aumentato le chance per i non stradisti. L'ultima parte del percorso ci ha un po' sorpresi perchè, pur essendoci delle alternative in fuoristrada, i tracciatori hanno preferito in molti casi virare la traccia sull'asfalto.
L’altra polemica ricorrente riguardava le biciclette utilizzate dai partecipanti. Durante i giorni precedenti le gare, quando sono iniziati i sopralluoghi, si sono viste girare alcune biciclette stradali (bdc) con copertoni leggermente maggiorati (ma anche da 28 mm). Si è quindi pensato che la maggior parte degli atleti (uomini e donne) optassero per questo tipo di setup, cosa smentita già il sabato con la partenza della donne elite che, salvo pochi casi, sono partite tutte con delle gravel racing dotate di monocorona e gomme fino a 40 mm. La stessa vincitrice Pauline Ferrand-Prévot, ha corso con una BMC Kaius 01 con gruppo Sram monocorona e gomme da 35 mm.
Stesso discorso per gli uomini, dove le bdc viste sono state veramente poche, anche se c’è da dire che sono state proprio loro a conquistare il podio. Quanto accaduto dovrebbe fare riflettere sul tipo di percorsi da disegnare in futuro per un evento importante come un mondiale.
Considerazioni e qualche spunto per il futuro
Visto com’è andato questo mondiale, riteniamo che l’Uci dovrebbe fare qualche riflessione prima del prossimo mondiale 2023. Ecco quali sono a nostro parere i tre punti chiave.
Regolamento
Il regolamento del mondiale gravel Uci 2022 permette l’uso di qualsiasi tipo di bicicletta a parte le e-bike. Questa “apertura” ci sembra di base corretta per due motivi:
1) E' decisamente difficile definire “gravel” una bicicletta
2) Il mondiale gravel 2022 era aperto anche agli amatori e più d’uno di questi si è presentato al via con una mtb
Per impedire però che in futuro si possano utilizzare ancora le bdc, anche se da endurance, basterebbe inserire nel regolamento un limite minimo della larghezza degli pneumatici che potrebbe essere di 38 mm.
Percorso
Ok, il gravel è nato per correre veloci sulle strade sterrate, ma per vedere un po’ più di spettacolo e fare selezione, non sarebbe stato male inserire qualche tratto tecnico in più. Nel percorso di questo mondiale praticamente tutto il dilivello e le difficoltà tecniche si esaurivano dopo i primi 30 km. Il resto del percorso era un “piattone” di oltre 150 km tra argini lisci come tavoli da bigliardo e strade asfaltate.
Conosciamo bene il territorio vicentino, e sappiamo bene che si sarebbero potute inserire alcune difficoltà lungo l’attuale percorso, assolutamente in linea con la disciplina gravel. Perchè non siano state considerate non lo sappiamo.
Altre discipline del gravel
All’inizio la mtb era formata solo da una disciplina; il cross country. Un po’ alla volta si sono affiancate altre specialità, iniziando dal downhill per poi arrivare a tutte le attuali discipline.
Gli eventi gravel, che sulla carta non sono gare, sono almeno di due tipi; eventi di giornata ed eventi di più giorni.
L’evento di giornata si può considerare alla stregua di quanto visto in questi giorni al mondiale, mentre gli eventi di più giorni potrebbe essere assimilabili a quanto vediamo in Italia e all’estero, cioè delle gare di ultracycling unsupported di più giorni su terreno misto e con difficoltà tecniche, altimetriche e di distanza rilevanti.
Per concludere
Come già detto sopra, pur non essendo noi di Into Prealps “fan” delle competizioni gravel, riteniamo che quanto visto in questi giorni sia stato comunque uno spettacolo che merita attenzione. Da tempo sapevamo che il gravel prima o poi si sarebbe trasformato “ufficialmente” in una disciplina sportiva competitiva. Non ci ha quindi sorpreso l’annuncio dell’Uci che assegnava all’Italia il primo mondiale gravel della storia.
Riteniamo che la nascita di una nuova disciplina sportiva dovrebbe avere come obiettivo quello di creare una nuova categoria di atleti e non essere solamente un ulteriore palcoscenico per “i soliti noti”. Il fatto di aver voluto creare da parte dell’Uci le condizioni perchè alcuni nomi noti della strada entrassero nel mondo gravel è comprensibile, ma non ci è piaciuto.
Se dovessimo dare un voto agli organizzatori di questo mondiale, daremo sicuramente un bel 10, mentre all’Uci appena un 7 e mezzo. Quello che però fa più rabbia è che sarebbe bastato veramente poco per portare a casa un bel 9 ed evitare inutili polemiche.
Speriamo che il prossimo anno le cose vadano in modo diverso!