Nel post precedente abbiamo cercato di spiegare l’Art. 182 del Codice della Strada e fornire qualche consiglio per interpretarlo al meglio. In questo post invece, tratteremo alcuni paragrafi dell'Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S, dove si torna a parlare di biciclette. Alcuni termini utilizzati e cose date per scontate, fanno un po' riflettere su come venga considerata la bicicletta dai legislatori e dalle istituzioni in generale.
Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S
Comma 1
“I ciclisti nella marcia ordinaria in sede promiscua devono sempre evitare improvvisi scarti, ovvero movimenti a zig-zag, che possono essere di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono.”
Crediamo che nessuno abbia dubbi sul fatto che andare a zig-zag su una strada pubblica sia assolutamente inappropriato e decisamente pericoloso per il ciclista, ma quello che in questo paragrafo ci sorprende è che si parla di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono!
I numeri parlano chiaro, nel 2022 è deceduto per incidente stradale, un ciclista ogni due giorni (in questa triste classifica non vengono contate le persone decedute dopo il ricovero) e immaginiamo (non abbiamo dati in proposito) che i guidatori dei veicoli coinvolti difficilmente abbiano avuto conseguenze dall'impatto con una bicicletta.
Del comma 1 ci hanno colpito in modo particolare i due termini utilizzati; “intralciare” e “pericolo”. Vediamo come il Dizionario Treccani definisce queste parole e cerchiamo di leggere tra le righe di questa norma.
Intralciare
“L’intralciare, l’intralciarsi, e l’effetto che ne consegue. Più comunem., qualsiasi ostacolo che impedisca o rallenti lo svolgimento spedito di un’operazione, il corso normale di qualche faccenda, e sim., e la cosa stessa che intralcia”
Il termine usato in questo comma dipinge il ciclista come un problema per l’automobilista, un intralcio alla sua marcia. Il ciclista non è una risorsa per la società e per l'ambiente, ma un ostacolo che rallenta e impedisce che l’automobilista prosegua “spedito” e senza "intralci" per la sua strada.
Ma la cosa peggiora quando andiamo a vedere cosa significa il termine pericolo sempre secondo il Dizionario Treccani.
Pericolo
“Circostanza o complesso di circostanze da cui si teme che possa derivare grave danno.”
Grave danno per chi? Non certo per l'automobilista. Secondo questo articolo il danno lo causa il ciclista al veicolo che segue, confermando che anche le istituzioni non hanno ancora interiorizzato il fatto che il ciclista è l'anello debole sulla strada e non il contrario. Non hanno capito che il ciclista va protetto (che abbia torto o ragione) dalle tonnellate di metallo che si muovono a grande velocità sulle strade a pochi centimetri da lui, e che la sicurezza del ciclista non deve essere esclusivamente sua responsabilità.
Per fare un esempio banale sulla disparità di trattamento tra auto e biciclette, pensiamo alle protezioni che troviamo lungo le strade, i classici guard rail. Sono realizzati allo scopo di impedire alle auto (non sono stati pensati per le biciclette e le moto) di andare fuoristrada (in un fosso oppure in una scarpata) e questa protezione viene installata in quasi ogni strada, a protezione dell'automobilista.
Comma 3
“In ogni caso, i ciclisti devono segnalare tempestivamente, con il braccio, la manovra di svolta a sinistra, di svolta a destra e di fermata che intendono effettuare.”
Il braccio del ciclista teso verso destra o sinistra è il segnale convenzionale di svolta in una delle due direzioni. E’ di fondamentale importanza quando si pedala su strade pubbliche, segnalare con anticipo la svolta. Stendere il braccio completamente e magari muoverlo su e giu può rendere più chiaro alle auto che seguono la nostra intenzione.
Lascia invece perplessi il fatto di dover segnalare la fermata. Sia chiaro che non c'è nulla di male nel farlo anzi, il problema è che abbiamo il sospetto che siano pochi gli automobilista a conosce quello che dovrebbe essere il segnale convenzionale di fermata di un ciclista, e questo perchè non viene indicato nel C.d.s. e di conseguenza non viene insegnato quando si consegue la patente di guida. In secondo luogo il segnale di fermata non viene usato perchè sono pochi i ciclisti che lo conoscono.
Possiamo supporre quindi che il segnale convenzionale di STOP sia quello che si usa quando si pedala in gruppo. In questi casi, quando si vuole segnalare la fermata, si alza il braccio piegato a 90° con il palmo della mano aperto. Questo crediamo, dovrebbe essere il segnale da utilizzare anche nei confronti dell'automobilista.
Con questo post si conclude l'analisi degli articoli del C.d.S. che riguardano noi ciclisti. Nei prossimi post parleremo di come farci vedere e sentire quando viaggiamo nel traffico e condivideremo qualche piccolo stratagemma per ridurre il rischio di non essere visti dagli automobilisti.
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